giovedì 2 febbraio 2012
da MASCHERE DI SALE
Non c'è il bene nè il male
tutto è un cerchio
bianco e nero
e solo la rinuncia ha gusto profondo.
Nel libro della vita
tutto è regolarmente
scritto, anche
l'emozione di vederti.
Nell'assenza affondo.
(Romano Cajelli)
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mi manca il magnetismo amniotico tra me e mio padre...anche se sono sempre in relazione con lui...
Ho risognato il nostro congedo...
l'energia delle sue ultime gocce di sangue, prima di dissanguarsi del tutto l'ha usata per schioccarmi l'ultimo sorriso
"ciao meravigliosa bambina". Non mi aveva mai chiamato così.Perchè non mi è mai stato padre. Mi chiamava UabiSabi, o solo Uabi, di solito. Uabi in giapponese significa semplicità, freschezza, silenzio o anche l'eleganza non ostentata, di chi magari è un po' strano di suo e ha difetti sparsi qua e là, generatisi nel processo di costruzione, ma che aggiungono, ritengono i giapponesi, unicità ed eleganza all'oggetto.Sabi è la bellezza o la serenità che accompagna il procedere nella vita, anche quando la vita degli oggetti e la sua impermanenza sono evidenziati dalla patina e dall'usura o da eventuali visibili riparazioni.
Voglio sperare di invecchiare felice... e che alla fine Qualcuno mantenga prima o poi la promessa...
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