domenica 29 luglio 2012

CAPITA

Capita che poi quando non hai voglia piu' di crederci, ti cade addosso un'emozione, cresce prepotente e senza regole e d'un tratto torni a vivere. Comincia da qui il secondo tempo della vita mia e tutto quello che sara', e' ancora da scrivere.

venerdì 13 luglio 2012

FACOLTA' TEMPESTOSA

io voglio vivere in base a quello che sente la mia coscienza. VOglio fare innanzitutto i conti con me stessa. Esprimermi NON OBBEDIRE. Voglio dissentire se non trovo un senso nel conformarmi a qualcosa di cui non riconosco significati. Il destino che lusinga le ultime generazioni è votato allo spreco dei talenti: tutto è di gruppo, di massa... un mucchio di aspirazioni uguali per tutti. Eppure il talento è una scintilla che il destino ci dona forse per darci la possibilità di far luce su che senso abbia il nostro cammino. Il talento è un dono divino ed è un peccato capitale seppellirlo per celebrare nella nostra vita il culto degli idoli, il successo, i soldi, lo status.... mentre intanto il tempo scorre irreversibile... e invece di temprarci ci consuma... Così...siamo "normali", di quella normalità che ti insegna a uniformarti a lei un pizzico alla volta anche se ti è inadeguata, perchè mentre esprime se stessa ti fa credere che sia tu a farlo...fino a convincerti che la tua rassegnazione sia serenità. Ma che vita è questa? Ma chi lo dice che per raggiungere un buon livello di integrazione sociale bisogna disintegrare il proprio spirito? ( C. Kavafis docet con " e se non puoi ...")... Anche il fatto di essere incuneati in relazioni, amori, e matrimoni che si intromettono non giustifica la resa della nostra coscienza di fronte al dominio dell'appiattimento. (Accettare significa arrendermi al tuo dispotismo di cui non sarei neppure vittima diretta visto che esserne cosciente equivale a scegliere di trasformarmi io stessa nel mio carnefice)

giovedì 12 luglio 2012

Io so una cosa che tu non sai che io so... domenica scorsa ho appreso con sgomento di aver subito pochi giorni prima una scorrettezza piuttosto pesante da due colleghi. L'hanno messa in atto in modo che restassi ignara. Invece l'ho saputo. Proprio dalla persona da cui pensavano di trarre vantaggio alle mie spalle. Con lei, grazie al Cielo, ha prevalso la lealtà e la buona relazione personale. Peccato che una situazione di lavoro creata anni fa con spirito "cooperative" sia, in modo un po' rozzo, caduta in una dinamica del tutto "competitive". La lusinga del potere ha messo in scacco lo spirito di servizio: che zavorra pericolosa l'attaccamento. Mi sento un po' come W.A. quando ha detto "Sono stato picchiato, ma mi sono difeso bene. A uno di quelli gli ho rotto la mano: mi ci è voluta tutta la faccia, ma ce l’ho fatta". Ho preso qualche giorno per rifletterci su e, in silenzio, volto pagina. Ogni parola a questo punto, è di troppo. Alla fine credo di stare meglio io che so di avere la faccia a pezzi che non loro che ancora non hanno capito quanto si sono fracassati la mano.