giovedì 12 luglio 2012

Io so una cosa che tu non sai che io so... domenica scorsa ho appreso con sgomento di aver subito pochi giorni prima una scorrettezza piuttosto pesante da due colleghi. L'hanno messa in atto in modo che restassi ignara. Invece l'ho saputo. Proprio dalla persona da cui pensavano di trarre vantaggio alle mie spalle. Con lei, grazie al Cielo, ha prevalso la lealtà e la buona relazione personale. Peccato che una situazione di lavoro creata anni fa con spirito "cooperative" sia, in modo un po' rozzo, caduta in una dinamica del tutto "competitive". La lusinga del potere ha messo in scacco lo spirito di servizio: che zavorra pericolosa l'attaccamento. Mi sento un po' come W.A. quando ha detto "Sono stato picchiato, ma mi sono difeso bene. A uno di quelli gli ho rotto la mano: mi ci è voluta tutta la faccia, ma ce l’ho fatta". Ho preso qualche giorno per rifletterci su e, in silenzio, volto pagina. Ogni parola a questo punto, è di troppo. Alla fine credo di stare meglio io che so di avere la faccia a pezzi che non loro che ancora non hanno capito quanto si sono fracassati la mano.

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