sabato 31 luglio 2010

Gironzolando per Lucca, ieri, mi sono imbattuta in un capriccio ai limiti di una meritata sberla. Alla madre. In un'affollatissima e splendida piazza, davanti ad un negozio chiuso, la figlia rivendicava strillando come un'aquila il leccalecca in vendita proprio lì. Per farla breve la golosità dell'urlatrice è stata placata dopo una serie di operazioni ansiose di chi è convinta che si accudisca così...
ho assistito al tipico esempio di equivoco tra desiderio e necessità, e tra necessità e urgenza. Per la proprietà transitiva il desiderio si fa urgente e la sua soddisfazione una necessità

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