domenica 18 luglio 2010

Il sistema di rinvii nel mio mondo al primo posto vede il riordino/sgombro di quella che nella mia casa si chiama “Stanza degli orrori”. Di orribile c’è una concentrazione di carte stratificate in mucchi e mucchi. E’ una camera spaziosa, esposta a sud, affacciata sul giardino. C’è un meraviglioso archivio in quercia che una volta apparteneva all’ acquedotto di Aosta e che ho comprato una decina d’anni fa. Oggi ho interrotto questo tempo dilatorio e ho cominciato il lavoro di cernita. Non sono per nulla un’accumulatrice di cose. Sono pochissimi gli oggetti che mi attraggono. Ma compenso con fogli, pagine, appunti, scarabocchi, schizzi, annotazioni, ritagli di giornale…. Ho sperimentato la fatica di Sisifo. Da pila di carta inanimata, abbandonata, e muta, ogni singolo segno, parola e disegnino si è trasformato in messaggio vitale, ricolmo di indifferibili invocazioni, nel momento del repulisti. Prima di cestinare, quasi tutto ha avuto un passaggio intermedio: la collocazione nella catasta del dubbio (questo lo elimino? No, meglio di no. O si? Se alla fine non riesco a gettare nulla che ci sto a fare in mezzo a questo travaglio? Devo sforzarmi: Santo cielo, che tortura...) . Invece di buttare via pezzi di carta mi è quasi parso di buttare via pezzi della mia vita... Mi si sono aperte davanti agli occhi storie già vissute ma per un po' dimenticate. Nessuna catarsi oggi, solo un senso di svuotamento...
Mille vite
in una vita:
nessuna vita.

Nessun commento:

Posta un commento